Sono stata a Milano per 8 anni, in Italia, con la carrozzina. Racconto la mia vita.
Benvenuti ad Asaco’s Style!
Sono Asaco, una giapponese che è stata in Italia per circa 8 anni con la carrozzina, perché amo troppo l’Italia. (E da marzo del 2020 sono stabile in Giappone.)
A maggio del 2012 sono arrivata a Milano dal Giappone dopo che avevo lavorato per 14 anni. Anche se è finito il corso linguistico biennale, non mi è mai passata la passione nei confronti del Bel Paese, per questo, eccomi, vivo ancora a Milano.
Il mio entusiasmo per l’Italia risale a quando ero una studentessa di scuola media. In quel momento per me l’estero era un insieme di grandi agglomerati indifferenziati, come ad esempio Cina e Corea prossimi al mio Paese, America e Europa. Durante le lezioni a scuola ho conosciuto l’Italia per caso in un libro.
All’epoca in cui andavo alle medie, c’erano pochi libri per imparare l’italiano. Tra quelli ne ho scelto uno immaginando che un giorno sarei andata in Italia. Mi ricordo benissimo che subito dopo aver aperto la prima pagina mi sono demoralizzata perché la grammatica mi sembrava troppo difficile.
Quando frequentavo il liceo, una compagna di classe mi ha trovato un libro autobiografico che raccontava di una giapponese che andava a studiare in Italia. Ho finito di leggerlo in una sola notte con grande attenzione. Siccome mi è venuta tanta voglia di vedere la scrittrice, ho inviato una lettera all’editore. Mi ha organizzato subito un incontro con la signora, ho potuto conoscerla e ho avuto una splendida esperienza. L’appuntamento con lei era in un hotel di Tokyo, IMPERIAL HOTEL TOKYO.
Se mi ricordo bene, un sandwich costava circa 12 euro. Ero tesa per l’incontro con la signora che vedevo per la prima volta e mi ha colpito che Tokyo fosse una città costosa. Non mi ricordo bene nel dettaglio quello che mi ha raccontato, ma sono sicura che questa occasione mi abbia spinto a venire in Italia.
“Vorrei andare in Italia anche io!”
Non mi scorderò mai il primo viaggio quando sono venuta in Italia. Anche se ero una studentessa di università e lavoravo per accumulare i soldi. In un hotel di Roma lo staff mi ha insegnato i numeri da 1 a 10 in italiano. Voi non potete immaginare quanto fossi contenta ascoltando la loro pronuncia.
“Voglio tornare in Italia!”
Dopo questo bellissimo viaggio ho cominciato a risparmiare i soldi e ho fatto un nuovo viaggio. Sono stata a Roma per due mesi durante le vacanze di primavera andando a una scuola linguistica. I due mesi sono passati velocemente, perché tutte le cose erano eccitanti: le due lingue diverse, gli italiani gioiosi e i compagni della classe multinazionali. Volevo stare in Italia di più!
Così mi è venuta un’idea. Ho chiamato mamma per farmi prestare i soldi. La sua risposta è stata semplice.
“Se non hai i soldi, devi tornare. Buon viaggio! (A me è sembrato un saluto molto leggero come “Ciao!”)
Mi sono svegliata dal sogno grazie a lei.
Mi sono resa conto che avevo bisogno di soldi per ritornare in Italia e la prossima volta avrei voluto rimanerci per un periodo più lungo. Dopo la laurea ho lavorato in Giappone per vivere in Italia!
Nello stesso momento la mia vita è cambiata. Sono stata costretta a usare la carrozzina. Dalla nascita io sono disabile, per camminare usavo sempre i bastoni e uno strumento per proteggere le gambe.
Questo cambiamento mi ha chiuso di più il cuore (sono ancora un po’ chiusa.)
“Però voglio andare in Italia di nuovo!”
Dopo la laurea sono stata assunta nel comune della città della mia provincia. A mano a mano che conoscevo i nuovi amici e mi godevo la vita, la passione per l’Italia si è assopita. In Italia venivo in viaggio per le mie vacanze. Ci ho messo 14 anni per la preparazione del “trasloco”, ma ho deciso di vivere in Italia un anno prima che dessi le dimissioni.
“Vado in Italia!”
Ma scusa, con la carrozzina, in Italia? Non è mica un viaggio semplice. Ci sarebbero stati dei problemi che avrei dovuto risolvere.
Ad esempio…
Quale città avrei scelto?
(Una città antica con strade in pietra o una città grande? Una città sulla collina o una città in pianura? I mezzi pubblici erano utilizzabili?)
Quale alloggio?
(Nella maggior parte degli ingressi degli appartamenti ci sono dei gradini, e rispetto al Giappone si trovano molto meno edifici nuovi, ci sono alcuni bagni in cui non posso arrivare con la carrozzina.)
Quale scuola linguistica?
(Se mi attira una scuola mi accetterà? Il bagno sarà attrezzato?)
Come mi sarei presa cura della carrozzina?
(Il produttore della mia carrozzina si trova solo in Giappone, riparazione degli pneumatici, ricambi dei pezzi.)
Queste sono le cose che mi sono venute in mente, ci sarebbero state altre cose.
Anche se c’erano mille prove che avrei dovuto superare, il mio cuore era pieno di speranza.
Il 26 maggio del 2012, sono partita dal Giappone.
Sono molto orgogliosa di me stessa e sto crescendo ancora tramite tante esperienza. Sono una disabile, con la carrozzina, una straniera, e ho ancora tanta difficoltà nel parlare l’italiano. Però dipende da me. Mi secca spesso che la vita non va avanti come voglio. Ci sono tante cose che non posso fare da sola senza l’aiuto di qualcuno, ma visto che sono così posso avere un’esperienza ed è solo mia.
Questo è il mio stile di vita. Questo è il mio blog.
Tutto quello che ho affrontato in Italia, ora come sto in Giappone, la vita relativa alle persone disabili, i vini italiani che adoro, ecc.. Tramite il mio blog Asaco’s Style vorrei raccontarvi che chiunque può andare avanti passo dopo passo, basta non arrendersi mai.
Aspettate gli altri articoli in italiano finché non saranno pronti!